Quando viaggio chiedo al mondo due cose: essere sorpresa abbastanza da scoprirmi diversa ed essere confermata abbastanza da non percepirmi estranea. Sentirmi a casa, ma non al punto da chiedermi perché non ci sono rimasta. Una meta che soddisfi entrambe le esigenze, una adulta e una infantile, è rara come un amico vero, richiede l’alchimia di cose non comuni e l’intelligenza di qualcuno che le cerchi e le metta insieme. In una destinazione così troverei un po’ di passato e un po’ di futuro, il sano equilibrio tra natura e tecnologia, una bellezza che mi faccia desiderare di condividerla, una musica familiare nelle orecchie, ma in bocca – perché no? – anche la sorpresa di un sapore mai sentito. A volte sono andata molto lontano per trovare un posto simile, ma ho sempre pensato che non fosse la distanza la variabile. Se si ha lo sguardo giusto, una destinazione così può sorgere anche dietro l’angolo. Guzman Gallery Art & Drinks è nato per essere un luogo così. La collisione culturale e affettiva dei suoi proprietari ne ha fatto una meta unica, un ircocervo del tutto inedito che ha scelto Cagliari come casa. Nella proposta della piccola cucina si incontra il Libano, che torna anche nella carta dei vini insieme a poche, selezionatissime etichette francesi e sarde, servite in cristalleria degli anni ’30 davanti a un banco-madia intagliato a mano da un artigiano francese di fine ‘800. Ovunque si guardi, prevale la bellezza, dalla posateria in argento di Gio’ Ponti alle raffinate porcellane Art Decò, dagli arredi di Pedrali alle ceneriere di Hermès, fino alle proposte d’arte della celebre collezione Mameli, che accanto agli straordinari pezzi di proprietà del collezionista, espone opere di artisti sardi emergenti che in questi anni ha scoperto, protetto e promosso nel mondo con lo spirito del miglior mecenatismo. Andarci è un invito a sperimentare con sensi nuovi anche le cose antiche e provare l’emozione di visitare la meta più difficile che ci sia: la parte di sè che ancora non ha visto tutto.
Michela Murgia
Collezione Mameli
Risale ad alcuni decenni fa il proposito di Ruggero Mameli di costituire una raccolta d’arte contemporanea che potesse diventare un luogo di fruizione estetica e intellettuale a sostegno della giovane arte sarda. Lo scopo è stato fin da principio duplice: costruire una mappatura delle ricerche emergenti già consolidate nel panorama artistico isolano, e sostenere i giovani artisti, rappresentati con opere significative soprattutto nel periodo della loro apparizione sulla scena artistica, quando il loro lavoro introduceva elementi di sostanziale novità nella ricerca contemporanea. La Collezione Mameli costituisce dunque essa stessa un ‘work in progress’, poiché intende continuare ad accogliere e testimoniare i nuovi percorsi che l’arte segna e definisce, promuovendo la conoscenza delle opere verso un pubblico più ampio e permettendo al contempo di studiare i percorsi dei singoli artisti in una prospettiva storica, costruendo così una dimensione di divulgazione e di approfondimento necessaria a sostegno del loro lavoro. La Collezione guarda al futuro dell’arte in Sardegna senza soluzione di continuità e con coerenza rispetto alla fisionomia della propria raccolta, con un’immutata attenzione all’evoluzione dei nuovi linguaggi artistici, in particolare alla pittura e all’interrogazione critica sullo statuto dell’opera d’arte.
